28 settembre 2012

Sangue a buon mercato

Da uomo avvertire il tempo sprecato a farti narrare la vita dagli occhi.
Ho sempre motivato il mio scrivere come un bisogno esorcizzante, quindi se scrivo meno è un bene, significa che ho meno demoni da sputare. Bugia.
Ormai tendo sempre più a parlare, forse sento la necessità di approvazione, cosa che qui non ho mai fatto e continuerò a non fare, non voglio che il mio Studiolo privato divenga un becero museo dove occhi grassi e sudati si muovono con indifferenza. Forse mi serve sostegno per il mio corpo cadaverico. Ad ogni modo questo blog si riempie di minuti, giorni, settimane, che si accumulano come polvere sui miei preziosissimi post. Ma riapro le finestre a far entrare luce e colore: anche se ho cambiato abitudini ho profondo rispetto per questo luogo mistico. Una piccola chiesa, dove lascio piccole preghiere laiche.
Un anno è passato, un altro autunno già bussa nel cielo.
Che anno buffo, bello, pieno, ora malinconico, ora lo guardo come un burattino di legno abbandonato sulla sedia. Ora che sono un uomo di latta devo percorrere la mia strada di mattoni gialli per guadagnarmi un cuore. E forse un giorno sarò un bambino vero. Ne riparleremo.
Sto sognando spesso, non mi capitava così frequente da un pezzo. L'altra notte è stato bellissimo, ero sulla cima di Santa Sofia ad Instabul. Una sensazione inebriante, una distesa di tetti viola sotto un cielo arancione, mentre sostenuto dall'abbraccio affettuoso della cupola più grande del mondo mi compiacevo di quel bacio con l'Arte.
Ma anche da sveglio cerco costantemente di conquistare la mia Sofia, cerco gli occhi di chi parte, cerco la sincerità dell'Arte. Sono curioso come al solito, non mi aspetto niente ma pretendo tutto come al solito. Con la paura e la voglia di cambiare. Come una farfalla che deve soffocare il bruco per emergere, cosciente che rinuncia ad una vita lunga e strisciante per un unico breve volo.

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