11 novembre 2012

Lui, Lei, Firenze

Ho un paio di rospi attaccati alle tonsille.
Senza indugi, sputo quello fresco fresco.
Leggo ormai abitualmente e piacevolmente da anni le Bustine di Minerva di Umberto Eco, sorgenti di bellissimi viaggi mentali. Stavolta l'argomento mi trovava talmente d'accordo da riproporlo. Riassumendo brevemente, il caro Umberto leggiucchiando su YahooAnswer, ha trovato una pover'anima che chiedeva il riassunto de "La cosa" scritta prorpio dal semiologo nel '61. Il fatto agghiacciante è che si tratta di uno scritto brevissimo, chiaro e addirittura carino (l'ho letto poco fa per curiosità, è un fantasioso dialogo tra due cavernicoli, ma non aggiungo altro perchè l'argomento è futile). Intelligentemente Eco deduce che l'alunno non può non averlo già ricevuto dal suo insegnante, che evidentemente voleva far riflettere i propri studenti, e non occupar loro il pomeriggio scrivendo un riepilogo di quanto letto: in sostanza è impensabile che lo scolare abbia chiesto aiuto credendo che il saggio fosse lungo e prolisso.
No, la verità è più triste.
Internet anzichè stimolare inziative e solleticare i pensieri, ha defluito l'umanità in un torbido maelstrom di pigrizia. Non solo fisica, ma sopratutto mentale, dato che accendere una macchina, connettersi, scrivere la domanda ed aspettare la risposta viene recepito come più rapido che leggere 2 pagine e scriverne mezza.
Ultimamente parlo spesso con alcuni amici prorpio di questo: abbiamo venduto l'anima al Diavolo in cambio del comfort. Non riusciamo più a creare, nemmeno a sviluppare pensieri semplici senza le macchine. Tutto questo mi fa ribrezzo, visto che abbia condannato a morte l'Arte. Ci sono momenti, comunque, di minima speranza: qualche bambino che preferisce il pallone ai videogiochi esiste, ma è una mosca bianca. Ed in breve la maggioranza finirà per trascinare anche lui, nessun bambino vuole stare solo. Forse sarebbe meglio distruggere l'umanità e ricominciare da capo, ma su questo sono certo non avrò delusioni, stiamo andando alla grande: senza anima il corpo si deteriora.



Il secondo rospo è già più serio.
Non mi piace molto la cronaca, tantomeno commentarla, tento sempre di lasciarla fuori dalla mia Quinta, preferendo coltivare fantasie e sogni che accumulare rami secchi di realtà. Ma faccio un eccezione perchè (come nel caso di prima) mi sono veramente rotto i coglioni, sopratutto dell'omertosa (o omerdosa, che suona meglio in questo caso) accettazione da parte della stragrande maggioranza.
Non ricordo i nomi ed i luoghi, ma sono sicuro che li rievocherete se parlo di donne uccise.
Spesso sono giovani, e sempre sono totalmente incolpevoli.
Molto spesso si tratta di delitti passionali, l'ex di turno che non riesce ad accettare di essere scaricato. Si può morire di tante cose, ma morire perchè si è amato l'avevo letto solo alla fine del Vangelo. Ma è prorpio questo che sta accadendo. Stiamo crocifiggendo la Donna, condannando di fatto (ancora una volta!) l'umanità alla morte. E preferiamo salavare Barabba, preferiamo leggere di Economia, di Politica, di Sport.
Preferiamo masturbarci che fare l'amore, che creare qualcosa.
Tutto questo per pigrizia. La triste verità è questa.
Ci fa fatica accettare la realtà, ci fa fatica costruire, stringere i denti, ricominciare. Ma tutto questo avviene (non mi stanco di dirlo) perchè abbiamo venduto l'anima. Senza anima non abbiamo più empatia, uccidiamo le nostre ragazze, le nostre madri, le nostre figlie. Uccidiamo l'Arte. Sono dichiaratamente femminista, ma non perchè misandrico (bhè, un pochino sì!) ma perchè sostengo che la Donna è la chiave della nostra salvezza. La Donna è l'Arte.
Non c'è molto ottimismo attualmente, e questi due argomenti li ho volutamente generalizzati perchè credo riassumano abbastanza il nostro annegante Presente. Ma non mi preoccupo perchè è inutile agitarsi quando la nave sta affondando e le scialuppe sono finite. Come l'orchestra del Titanic, l'unica cosa da fare è continuare a suonare.

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