20 maggio 2014

Cappuccetto Rosso

C'era una volta.
Un incipit che racconta già tutta una storia. E forse La storia. Ma stavolta mi affido meglio alla fantasia.
C'era una volta una bambina gentile e curiosa come uno scoiattolo, dai capelli neri neri e le lentiggini sul naso.
Piaceva a tutti, sopratutto alla mamma, anche se ogni tanto la sgridava perchè si alzava sempre tardi per la scuola, ma le voleva sempre un mondo di bene. La bambina aveva un nome che non ricordo, e forse nemmeno lei, perchè ormai tutti si erano abituati a chiamarla Cappuccio rosso; questo buffo nomignolo le era rimasto incollato da quando in piscina si mise una vecchia e insolita cuffia rosso fuoco, attirando l'attenzione di tutti! LEi chiaramente non voleva, ma il babbo non le voleva comprare una blu (suo colore preferito!) e di tela come i suoi amichetti: "usa quella che abbiamo in casa!" le disse il suo vecchio "è stata usata pure dalla nonna, è ancora buona!". Inutile dire che Cappuccio Rosso malsopportò questa costrizione, e ancor di più il suo ribattezzamento. Ma tanto ormai non ci poteva fare nulla e saggiamente ci passò sopra.
Un giorno mentre Cappuccio stava giocando con le formiche (da grande voleva fare l'entomologa!") la mamma la chiamò e le disse: "Cappuccio vieni qui! Presto: portà questa medicina alla nonna malata, e un poco di olio che ha fatto il babbo quest'anno, che le piace tanto. Sta attenta a fare la stessa strada che facciamo sempre, che sennò fai tardi e poi rabbuia. Te la rciordi la strada, vero?".
"Ma certo mamma" rispose la bambina mentendo spudoratamente.
Ad ogni modo la sua risposta fu convincente, e la nostra lentigginosa eroina si lanciò col motorino per le strade della campagna.
Il destino a volte ha la forma di un serpente d'asfalto, e di paesaggi sempre uguali: l'avrete capito subito che Cappuccio si perse la strada, e girò a vuoto per un bel pezzo. Ha incontrato le persone e gli animali più strani in questo giro allungato: lupi, drogati, cannibali, fate, pescatori, arpie, falegnami,... a volte senza capire chi erano le bestie e chi gli uomini. Forse è ancora lì che gira, non ho più saputo la fine di questa favola, per altro senza importanza, che potremmo anche chiamare Vita.
Chissà se è riuscita a portare il fagotto alla nonna, opure se vinta dalla stanchezza è tornata indietro. Chissà se ha ritrovato la strada di casa. Forse la nonna non c'è più, forse nemmeno Cappuccio Rosso.
Forse non ci sono mai state.
Ma mi piace pensare che se fosse, il viaggio, lo smarrimento, la sconfitta, la vergogna o la vittoria e la gioia di un panino all'olio sia stato motivato non da una cosa astratta come la famiglia.
Ma da una cosa vera come la famiglia.

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